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9 Giugno 2015

La ricetta del Grande Imam: «Occidente meno arrogante, Oriente meno ossessionato»

Papa Francesco. Con il nuovo Pontefice abbiamo notato un cambiamento di clima. Rispetta le altre religioni

 
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Non l'ha ancora incontrato di persona, ma il Grande Imam di Al Azhar è un grande ammiratore di Bergoglio. «Con l'arrivo di papa Francesco, abbiamo notato un cambiamento di clima, un miglioramento. Abbiamo constatato che questa è una persona che serba nel suo cuore il rispetto per le altre religioni, che ha come priorità i poveri, i diseredati e i Paesi in cui manca la pace. A questo punto, si è creata una convergenza totale con gli obiettivi di Al Azhar», racconta ai giornalisti Ahmed Al Tayyeb giunto dal Cairo a Firenze, per la conferenza organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio «Oriente e Occidente, dialoghi di Civiltà».
«La mia speranza è che l'Occidente diventi meno campanilista e arrogante, e che l'Oriente sia meno ossessionato e sospettoso, affinché entrambi si incontrino a metà strada, e che sia un incontro di conoscenza reciproca, di affetto, di scambio di esperienze e di benefici», ha proposto nel suo discorso.
«C'è un Islam forte, appoggiato dalla tradizione, che vuole comunicare con l'Occidente. Capofila è Al Tayyeb», spiega il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi. Il dialogo non è sempre stato facile. Nel 2011, dopo la strage dei copti in Egitto, il capo spirituale sunnita - imam del più prestigioso istituto di formazione e istruzione sui principi e sul magistero islamici - congelò i rapporti con il Vaticano dopo che Benedetto XVI chiese ai governi mediorientali di adottare misure urgenti per proteggere i cristiani: Al Tayyeb lo trovò fuori luogo e rispose che anche i musulmani sono vittima di ingiustizie e del terrorismo.
«Quando abbiamo visto che le nostre parole non erano state recepite, abbiamo deciso di congelare tutto fino a tempo debito», dice. «In fondo quello che chiediamo è il rispetto per una religione professata da un miliardo e 600 mila persone».
A Firenze - la sua prima visita in Europa - parla dell'illegittimità dell'Isis, che rifiuta di definire «Stato islamico». «Li chiamo movimenti armati, sono dei fuoriusciti dall'Islam e una sfida per il pensiero e il magistero islamico». È un discorso che ha avviato alla Mecca a febbraio, proponendo di ripensare anche l'insegnamento islamico per impedire la diffusione di interpretaiioni errate ed estremiste dei testi sacri. Nei mesi scorsi Al Azhar, insieme a «rappresentanti delle Chiese orientali, dell'Islam sciita, dell'Islam sunnita e persino yazidi», ha chiesto all'Occidente «di capire la distinzione tra i movimenti armati che si celano sotto le mentite spoglie dell'Islam e l'Islam Vero, la religione retta».
D'altro canto, afferma oggi che anche «gli orientali, sia musulmani che cristiani, hanno dinanzi un compito gravoso: modificare la loro visione dell'Occidente e degli occidentali, quel sentimento diffuso improntato a paura, insicurezza, timore di essere danneggiati». (.....)