Sabato 12 febbraio, l’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori presiederà una liturgia per il 43esimo anniversario della Comunità di Sant’Egidio, alle ore 18, nella chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, in Borgo Pinti. Gli anziani del centro, del Ponte di Mezzo e San Frediano, come anche di Montedomini, e i nomadi, gli immigrati che studiano italiano nella scuola a due passi dalla stazione centrale, poco lontano da dove “quelli di Sant’Egidio” portano la cena ai senza fissa dimora, amici di sempre, e ancora gli altri ‘Amici’, alleanza stabile e profonda con i portatori di handicap, ma soprattutto la preghiera, l’annuncio e l’ascolto del Vangelo, ogni sera alle 20.30 a San Tommaso, nel cuore della città, in via della Pergola 8, la preghiera che è la prima opera. Ma si potrebbe parlare anche del ‘Pranzo di Natale’ a Santo Stefano in Ponte Vecchio o del Rigiocattolo e, ancora, di ‘Bravo’ la campagna per l’iscrizione anagrafica dei bambini che a tante latitudini del pianeta non esistono per nessuno; di ‘Dream’, il sogno di guarire i malati di Aids che è diventato una terapia efficace che dà vita. Sono solo alcuni tratti che aiutano a disegnare il profilo della Comunità di Sant’Egidio, a Firenze. Una storia che si inserisce nel cammino di 43 anni compiuto da tutta la Comunità, a partire da Roma. |