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7 Agosto 2014 | VENEZIA, ITALIA

Giovani della Scuola di Lingua e Cultura Italiana a Venezia

 
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Un gruppo di giovani della Scuola di Lingua e Cultura Italiana della Comunità di Sant’Egidio di Genova, provenienti da molte parti del mondo (Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Marocco, Romania, Albania, Ecuador) hanno trascorso alcuni giorni a Verona e Venezia. Arte e cultura, storie romantiche (Giulietta e Romeo), antichi mestieri (le vetrerie di Murano) hanno caratterizzato questi giorni di vacanza, immortalati da innumerevoli foto e dalla curiosità dei passanti che si fermavano ad osservare questo variegato gruppo di giovani con il naso all’insù, intenti a contemplare i mosaici e i campanili e ad ascoltare le spiegazioni delle opere d’arte.

La vacanza è stata resa possibile dal sostegno del patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia che i ragazzi hanno incontrato e ringraziato nella sua sede. In un clima familiare – e non senza emozione – i giovani hanno raccontato le loro storie e i viaggi della speranza che li hanno portati in Italia.

Monsignor Moraglia, profondamente colpito, ha voluto chiedere quale fosse il loro desiderio più grande e si è mostrato colpito e commosso dalle risposte: «riuscire a portare mio fratello e mia mamma in Italia», o «studiare e diventare architetto». Alla fine dell’incontro, i ragazzi hanno salutato personalmente il Patriarca che, congedandoli, ha promesso di ricordarli nella preghiera e ha chiesto di tenerlo aggiornato.

Lasciato il Patriarcato i ragazzi, nella suggestiva cornice di Piazza San Marco, hanno continuato la visita a una delle città più belle d’Europa. Molto appassionante è stata la visita alla vetreria artistica di Murano dove un bravissimo ed esperto mastro vetraio ha mostrato le diverse tecniche di lavorazione del vetro ed ha coinvolto gli studenti nella creazione di preziosi oggetti in vetro.

Ovviamente non sono mancati momenti di festa, un'ottima cena in un ristorante tipico e il giro serale in battello attraverso il Canal Grande.
Questi giorni hanno rafforzato una bella amicizia, nata tra i banchi della Scuola di Italiano e hanno anche  dimostrato che è bello e possibile vivere insieme tra giovani di paesi, culture e religioni diverse. È la gioia di una nuova famiglia, immagine concreta di un futuro che consola e dà speranza.