Nel nord dell'Albania la situazione sanitaria ed economica è ancora molto difficile. All'inizio di febbraio si è tenuto un incontro con i medici e gli operatori sanitari degli ambulatori della Comunità per verificare il lavoro svolto e programmare le nuove attività.
L'Albania ha ancora bisogno di aiuto e di speranza
All'inizio di febbraio siamo tornati in Albania per incontrare tutti i medici e gli infermieri dei nostri ambulatori nei distretti del nord del paese.
Si è trattato di un momento intenso, di verifica e programmazione del lavoro – tanto – che ci attende per combattere la malnutrizione e la mortalità infantile. Ma anche un incontro festoso, pur se ha reso evidenti alcune grosse difficoltà che l'Albania sta attraversando.
Un primo grave fenomeno che ha prodotto notevoli disagi è la siccità, che dura ormai da alcuni anni ed ha prodotto una drammatica carenza d'acqua e di energia elettrica (l'Albania, sempre ricchissima di corsi e laghi era totalmente autonoma grazie proprio all'energia idroelettrica).
E' un problema che ha ripercussioni gravissime su tanti aspetti: dalla produzione industriale ai trasporti.
Un esempio: gli infermieri che venivano da Bairam Curri, un distretto dell'estremo nord del paese, hanno impiegato tre giorni per percorrere in macchina la distanza che li separa da Tirana (meno di 200 km). Non potendo, infatti, attraversare il lago che occupa la valle e che attualmente, a causa della siccità, non è più navigabile, hanno dovuto attraversare l'impervia montagna albanese.
Durante lo scorso inverno, l'assenza di energia ha fermato molti impianti industriali.
Le conseguenze purtroppo non si sono fatte attendere, in termini di ulteriore calo della occupazione. I medici ci hanno parlato di ospedali chiusi per la mancanza di tutto, di disoccupati, di divari sociali che si sono accresciuti.
E così, mentre Tirana si presenta con un volto migliore e più prospero, nei villaggi e nelle campagne la vita continua ad essere misera.
Oggi, dunque, ufficialmente l'Albania non figura più tra le "emergenze umanitarie", ma la situazione non è affatto buona.
"Vi ringraziamo perché non vi dimenticate di noi", ci hanno detto tutti i medici, felicissimi di sapere che le attività riprendevano a pieno ritmo.
Si, restiamo amici dell'Albania, pronti a raccogliere le nuove sfide e la domanda di aiuto e di speranza.
Leonardo Palombi
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