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14 Luglio 2015

L’evangelizzazione può essere veicolo di unità di aspirazioni, di sensibilità, di sogni e persino di utopie.

Non consiste nel fare proselitismo ma nell’attrarre con la nostra testimonianza i lontani

 
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Questa unità è già un’azione missionaria “perché il mondo creda”. L’evangelizzazione non consiste nel fare proselitismo – il proselitismo è una caricatura dell’evangelizzazione – ma nell’attrarre con la nostra testimonianza i lontani, nell’avvicinarsi umilmente a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa, avvicinarsi a quelli che si sentono giudicati e condannati a priori da quelli che si sentono perfetti e puri. Avvicinarci a quelli che hanno paura o agli indifferenti per dire loro: «Il Signore chiama anche te ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore». Perché il nostro Dio ci rispetta persino nella nostra bassezza e nel nostro peccato. Questa chiamata del Signore con che umiltà e con che rispetto lo descrive il testo dell’Apocalisse: Vedi? Sto alla porta e chiamo; se vuoi aprire…; non forza, non fa saltare la serratura, semplicemente suona il campanello, bussa dolcemente e aspetta. Questo è il nostro Dio!

SANTA MESSA PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI - OMELIA DEL SANTO PADRE Parque Bicentenario, Quito (Ecuador) Martedì, 7 luglio 2015