Un’utopia cresce bene se accompagnata da memoria e discernimento. L’utopia guarda al futuro, la memoria guarda al passato e il presente si discerne. Il giovane deve ricevere la memoria e piantare le radici della sua utopia in questa memoria; discernere nel presente la sua utopia, il segno dei tempi. Sì l’utopia va avanti, ma è molto radicata nella memoria e nella storia che ha ricevuto. Discernere nel presente – abbiamo bisogno di maestri di discernimento per i giovani! – e già progettato nel futuro.
La chiave per affrontare "l’emergenza educativa" è l’incontro tra generazioni, l’incontro tra giovani e anziani. Questo incontro permette infatti di conoscere il passato e di saper leggere il presente. La fede di un giovane matura se non mancano la memoria del passato, il discernimento del presente e l’utopia del futuro. Ma il vero problema nella società odierna è "la cultura dello scarto": oggi, per l’economia che si è radicata nel mondo, al centro c’è il dio denaro e non la persona umana. E quindi tutto quello che non entra in questo ordine, si scarta. Si scartano i bambini che soffrono, che danno fastidio e che non conviene che vengano si scartano gli anziani.
28/2/2014 Alla Commissione per l'America Latina
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